Un numero non esiguo di studenti non ama la storia. Durante gli esami, quando si bloccano su una data che tu non avevi neppure chiesto o confondono Risorgimento con Rinascimento, con la più solare improntitudine affermano: "Ho poca memoria. Per questo per me la storia è sempre stata uno scoglio." Partono dal presupposto errato che imparare tale materia voglia dire memorizzare date di trattati, guerre, battaglie, insomma una cronologia (noiosissma!) di avvenimenti soprattutto politici. Probabilmente anche gli insegnanti che hanno incontrato non amavano la storia e pure loro si limitavano a quella che Braudel chiama histoire événementielle.
Per dare un piccolo contributo a una visione meno restrittiva e più stimolante della didattica della storia abbiamo pensato a una giornata di studio sul suo insegnamento sia nella scuola primaria sia negli altri ordini di scuole. Pertanto il convegno vuole dare voce ad alcuni tra quegli insegnanti che, nonostante sottovalutazioni e limitazioni, lavorano con slancio e vocazione, sperimentando metodologie e tecniche per appassionare i loro allievi alla conoscenza e suscitarne la curiosità e la voglia di approfondire.
(continua)
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